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 Phalaenopsis (ibrida), cure di base

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Phalaenopsis (ibrida), cure di base Empty
MessaggioTitolo: Phalaenopsis (ibrida), cure di base   Phalaenopsis (ibrida), cure di base EmptyVen Feb 15, 2013 9:22 am

Allevamento Phalaenopsis

Questo breve articolo non ha la pretesa di essere il libro guida di ogni appassionato di orchidee, ma solo di fornire, a chiunque ne sia interessato, alcune informazioni pratiche tratte da esperienze personali e nozioni apprese da diverse fonti (libri, forum, siti internet, etcc...) nel corso di tanti anni di ricerche.

Vorrei inziare spendendo due parole a proposito della miriade di informazioni che vengono diffuse ogni giorno a proposito delle orhidee e del loro difficoltoso allevamento.

Il timore che quasi ogni persona ha quanto decide di acquistare un'orchidea è assolutamente infondato, e dettato dal fatto che sfortunatamente pochi appassionati e ancor meno negozianti offrono i loro consigli ai neofiti del settore.

La cosa sicuramente più importante è la ''costanza'': non sono quindi necessarie ore da dedicare allo studio di ogni minimo sviluppo dell'apparato radicale o costante apprensione per gli incerti sviluppi di una fioritura; bisogna dare cure precise, brevi e quotidiane. In poche parole bisogna dedicare alla vostra orchidea 5 minuti al giorno, tutti i giorni, seguendo alcune semplicissime regole:

- mantenimento temperatura adeguata,

- mantenimento umidità adeguata,

- mantenimento luminosità adeguata,

- osservazione delle radici (per valutarne l'umidità)

I primi tre obiettivi possono considerarsi reggiunti già nel corso dei primi giorni, quando cioè si sarà trovata all'interno della nostra abitazione, una posizione il più possibile adatta allo sviluppo dell'orchidea.; il chè si traduce in in luogo molto luminoso (tanto per fare un esempio, sarebbe consigliabile collocarla davanti ad una finestra) con temperature trai i 18° e i 25°C (condizioni assolutamente tipiche per la quasi totalità dei locali nei quali si abita).

Quindi, alla fine, rimarra solo ''l'arduo compito'' (si fà per dire), di tenere sotto osservazione le radici, garantendogli quell'umidità di cui necessitano per espletare tutte le loro funzioni vitali al meglio (i famosi 5 minuti al giorno). Inizieremo a trattare l'argomento partendo dal modo più facile per valutare lo stato di salute delle radici:

- le radici devono essere sempre turgide (avere un aspetto sodo, carnoso),

- devono avere una colorazione tra il verde intenso brillante, (quando le radici sono sufficientemente umide) e il verde pallido tendente al grigio (segno che necessitano di maggire umidità),

- presenza di lenticelle bianche per tutta la lunghezza della radice,

- presenza di una piccola zona verde rotonda all'estremità di ogni radice (segno che la radice ha un attivo sviluppo e può continuare la sua crescita),

- assenza di radici nere, marroni cave all'interno, o comunque marcescenti (con odori sgradevoli di marcio).

Con questo, saremo in grado di valutare lo stato di salute dell'apparato radicale della nostra orchidea con facilità e precisione; detto questo possiamo passare alle cure vere e proprie.

Il tutto si può sintetizzare in un solo compito preciso: mantenere l'umidità a livelli adeguati; il chè sarà possibile mediante due semplici operazioni: spruzzature e bagnature.

Per quanto riguarda le spruzzature, si effettuano normalmente con cadenza giornaliera, poichè conivolgono la parte delle radici che fuoriesce dal vaso e che andrà quindi soggetta a rapida disidratazione: normalmente sono sufficienti 24 ore in un ambiente secco come può essere un appartamento moderno per arrivare a questa condizione di stress idrico.

Per continuare a mantenere il giusto microclima sarà sufficiente spruzzare foglie e radici (solo quelle che fuoriescono dal vaso) con un normalissimo vaporizzatore.

è preferibile eseguire questa operazione nel corso della mattinata, poichè la pianta deve aver modo di far evaporare l'acqua in eccesso prima del sopraggiungere della notte, durante la quale, a seguito dell'abbassamento della temperatura e del permanere di un film d'acqua sulla superficie di foglie e radici, si rischierà di creare le premesse per l'insorgere di fenomeni di marcescenza (difficili sia da individuare in tempo, sia da curare).

Durante le estati calde sarà inoltre consigliabile ripetere le spruzzature anche nel pomeriggio, poichè la maggior secchezza dell'aria, legata ad una maggiore intensità luminosa per un maggior numero di ore, potrà portare con più facilità alla comparsa di fenomeni di disseccamento delle parti più distali dell'apparato radicale.

Il discorso realtivo alle bagnature è invece molto più suscettibile di variazioni, poichè maggiornmente legato al tipo di substrato che è stato impiegato e alle condizioni generali dell'ambiente nel quale l'orchidea viene allevata.

Partiamo dal presupposto che l'operazione si basa sul colore delle radici e quindi, utilizzando le regole precedentemente descritte per valutare il grado di umidità, sarà sufficiente osservare con attenzione l'intero apparato radicale (il chè risulterà notevolmente semplificato dall'impiego di vasi trasperanti per l'allevamento: normalmente tali vasi vengono sempre impiegati già dalle ditte produttrici per allevare tutti gli ibridi di phalaenopsis; però, nella malaugurata eventualità ci si trovi ad avere l'orchidea allevata in un vaso non trasparente, sarebbe opportuno sostituirlo appena si avrà modo di farlo) tramite il vaso.

Come già detto, una colorazione verde brillante delle radici è sinonimo di un ambiente sufficientemente umido e quindi, la bagnatura si renderà necessaria solo quando l'intero apparato radicale avrà virato dalla colorazione verde brillante, ad una verde pallida (tendente al grigio).

In questo momento sarà sufficiente fare una ''bella doccia'' alla nostra orchidea; sì, esatto, una ''bella doccia''. Possibilmente con una temperatura dell'acqua adeguata: 35° - 45°C (in poche parole con una temperatura adatta a fare la doccia ad una persona) e per un tempo medio di circa 30 secondi, assicurandosi di bagnare bene sia le foglie, sia le radici con tutto il substrato.

Prima di fargli la doccia è comunque sempre consigliabile provvedere ad effettuare un test sulla durezza dell'acqua; il Cloro, a meno che non si abbiano concentrazioni veramente notevoli (cosa improbabile dato che l'acqua del rubinetto è trattata per uso umano) non dà problemi durante le bagnature; tenendo anche conto che evapora a contatto con l'aria e non e non toccherà le foglie per un tempo superiore ai 30 secondi (tempo medio della bagnatura).

Il Calcio invece, provoca depositi e incrostazioni sulle foglie e permanendo all'interno del substrato si accumula nel corso degli anni fino a diventare pregiudizievole per la salute della pianta.

Per eseguire il test sulla durezza, sarà sufficiente munirsi di uno dei tantissimi semplici kit che si vendono in farmacia, nei negozi di acquari, nei garden center, etcc...; in ogni caso su internet ne potete trovare di tutti i tipi e di tutte le marche.

Al termine della doccia è buona norma far sgocciolare accuratamente l'eccesso di acqua che rimane all'interno del vaso, poichè potrebbe essere causa di marciumi radicali. Fatto ciò potrete riporre il vaso nella sua usuale possizione!

Un piccolo accorgimento utile ad evitare fenomeni di marcescenza consiste nel controllare che non si formi un deposito di acqua nella zona più interna dell'orchidea (il punto dal quale nascono le nuove foglie): qualora si tratti di un piccolo deposito che evapora nel corso della giornata, non ci sono problemi di nessun genere (specialmente se l'aria della stanza è secca o se si è in piena estate); ma qualora ci si trovi in un periodo freddo, sarà utile controllare che l'acqua sia evaporata completamente nel corso della giornata. Nell'eventualità che questo non si sia verificato si renderà necessario inserire un piccolo pezzo di carta (carta assorbente di qualunque tipo) all'interno di questa zona, assorbire tutta l'acqua in eccesso e buttarlo.

Per concludere, farei un breve accenno sulla fertilizzazione.

Prima di ogni fertilizzazione è preferibile provvedere ad una buona bagnatura dell'orchidea, per evitare che il fertilizzante sia troppo ''aggressivo'' (può provocare bruciature e morte delle radici) sui tessuti della pianta.
Si effettua ogni 3 - 4 bagnature nel caso di orchidee allevate in substrato, utilizzando la metà della dose indicata sui normali flaconi di fertlizzante.
Per quelle allevate invece senza substrato meglio una volta ogni seconda bagnatura (poichè in genere le orchidee allevate fuori dal substrato vengono bagnate ogni giorno, la fertilizzazione sarà di quindi effettuata ogni 2 giorni) si aggiunge semplicemente qualche goccia (1/8 circa della dose consigliata sul flacone) di fertilizzante nell'acqua utilizzata per la vaporizzazione.



--REGNUM NATURAE

21 / 03 / 2011

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